Carini e coccolosi

Il blog carino e coccoloso (...cosa vi aspettavate ?) di Isabella Fiorentini

11 marzo 2006

intervista

Ice Sledge Hockey: Intervista a Fabrizio Cozzi

Fabrizio Cozzi
Fabrizio Cozzi
8 Mar 2006
Come, quando e perché ha iniziato a praticare sport a livello agonistico?
Prima dell’ incidente, occorso in montagna il 03 Luglio 1983, ho sempre praticato sport, calcio (portiere), basket, rugby, football Americano e, dopo diversi anni dì inattività, nel 2002 ho accettato la proposta di un carissimo amico paraplegico (Francesco Mondini) d’ iniziare a promuovere l’Ice-Sledge Hockey.

Perché proprio l’Hockey?
Ho scelto questo sport perché, così come il Rugby ed il Football Americano che praticavo prima dell’incidente, e’ uno sport di squadra e di “contatto”.

Parliamo di uno sport ancor poco praticato in Italia ma così completo da racchiudere in sė, la tattica di gioco, l’individualismo e il gioco di squadra… quali percentuale si dà ad ognuna di esse per arrivare alla vittoria? Perché?
Essendo un gioco di squadra la “collaborazione” tra i compagni, tattica compresa, è fondamentale ma, in casi estremi, avere anche un “fuoriclasse” che con qualche individualismo risolva la partita è sicuramente utile.

Le Paralimpiadi sono alle porte e, in Nazionale, si troverà in squadra a giocare fianco a fianco con quelli che sono i suoi rivali nella quotidianità del campionato italiano, e’ stato difficile raggiungere un’intesa?
Assolutamente no, dato l’ottimo rapporto con i compagni di squadra.

Per quanto riguarda la rosa degli atleti convocati, stima qualcuno in particolare?
Si, Ambrogio Magistrelli, Bruno Balossetti, Andrea Chiarotti e Marco Re Calegari. A mio avviso, inoltre, gli ultimi due (Chiarotti e Re Calegari) sono gli atleti più preparati e motivati.

Quali sono le sue aspettative riguardo le imminenti Paralimpiadi? Pensa che i pronostici di vittoria siano scontati o possano esserci, come abbiamo visto per le gare olimpiche, delle sorprese?
Il “sogno” è di arrivare sul podio e, secondo me, potrebbero esserci delle sorprese dato che nello sport “nulla è scontato”

Qual e’ la squadra che più teme? Perché?
Temo tutte le squadre dato che, a differenza della nostra nata da pochi anni, le altre rappresentative hanno sicuramente maggiore esperienza.

Cosa ne pensa della scelta di Melania Corradini come portabandiera?
E’stata una scelta “coraggiosa” dato che è una ragazza giovane. La speranza è che questa “trasparenza /voglia di vivere” possa aiutare altre persone diversamente abili ad avvicinarsi al mondo dello sport e a non chiudersi in sė stessi.

Cosa pensa dell’organizzazione, dei villaggi olimpici/paralimpici e di Torino intesa come accoglienza? Per quello che ho visto e sentito, l’organizzazione è stata ottima.

I giochi Paralimpici possono essere una buona occasione per dare maggiore visibilità allo sport diversamente abile?
Assolutamente SI!!Spero che da queste Paralimpiadi possano nascere una serie di azioni mirate ad ottenere una maggiore visibilità / considerazione dei diversamente abili ed una sensibilizzazione delle persone ancora “poco civili”. Inoltre spero che ciò serva ad invogliare i disabili a praticare qualsiasi tipo di sport.

Consiglierebbe ai giovani di intraprendere l’attività sportiva? Per quale motivo?
Certamente perché lo sport fa bene ed, inoltre, è bellissimo condividere i momenti di gruppo (raduni, confronto con gli altri sul campo di gioco, allenamenti ecc.).

Quanto tempo dedica generalmente all’allenamento? La preparazione per le Paralimpiadi è stata diversa?
Per quanto riguarda l’Ice-Sledge Hockey mi alleno due volte alla settimana mentre nel week-end disputiamo le partite di campionato. Generalmente nel pomeriggio vado in palestra o in piscina. Negli ultimi mesi, in previsione delle Paralimpiadi, i pochi week-end “liberi” sono stati utilizzati per effettuare dei raduni.

Mariangela Badagliacca