Carini e coccolosi

Il blog carino e coccoloso (...cosa vi aspettavate ?) di Isabella Fiorentini

31 marzo 2007

Questa e' Bloom



Questa e’ Bloom in super trasformazione.
Come sono belle le sue ali: lunghe, affusolate, come delle unghie ben curate .
Il vestito che mette in risalto i suoi meravigliosi occhi azzurri vivaci e pieni di voglia di sfida ! I suoi capelli, non ne parliamo lunghi e come sempre lucenti
Solo non capisco la sistemazione di quei guanti rosa che staccano un po’. Io suggerirei braccia libere con un bracciale a seconda del potere .
Le winx sono belle, certo, ma queste cose noi bambini le notiamo !

30 agosto 2006

Kai Dog

Origine: Giappone.
Classificazione F.C.I.: Gruppo 5 - cani di tipo spitz e tipo primitivo.

Il Kai Dog discende dai cani di media taglia esistenti da lungo tempo in Giappone. La sua zone di provenienza è nel distretto di Kai, prefettura di Yamanashi, regione circondata da montagne. Questa razza, a cui è stato attribuito anche il nome di Kai toraken, è stata dichiarata, nell’anno 1934, “monumento nazionale”. In passato la razza è stata utilizzata principalmente per la caccia al cervo e al cinghiale. Si presume che la tendenza pronunciata ad andare in muta abbia contribuito a salvaguardare la purezza della razza. Aspetto generale: cane di taglia media. È un cane molto ben proporzionato, di costituzione robusta e dotato di forte muscolatura. Questa razza possiede le caratteristiche tipiche di un cane che vive nella regione montuosa del Giappone.Carattere: la razza oggi è considerata quasi esclusivamente un cane da compagnia. Almeno in Europa non viene utilizzato per la caccia. In Giappone viene ancora utilizzato per il suo impiego originario. Questo cane rimane sempre un cane molto apprezzabile dal punto di vista caratteriale a causa della sua docilità e intelligenza. È molto fedele e allegro. È un cane che esprime allegria. Molto simpatico sia di aspetto, sia per il suo comportamento. Ottimo cane da compagnia per tutta la famiglia. Non ha grandi problemi di salute. Si presta bene per vivere anche in casa o in appartamento anche se preferisce l’aria aperta.Carattere: la razza oggi è considerata quasi esclusivamente un cane da compagnia. Almeno in Europa non viene utilizzato per la caccia. In Giappone viene ancora utilizzato per il suo impiego originario. Questo cane rimane sempre un cane molto apprezzabile dal punto di vista caratteriale a causa della sua docilità e intelligenza. È molto fedele e allegro. È un cane che esprime allegria. Molto simpatico sia di aspetto, sia per il suo comportamento. Ottimo cane da compagnia per tutta la famiglia. Non ha grandi problemi di salute. Si presta bene per vivere anche in casa o in appartamento anche se preferisce l’aria aperta.

Kai Dog


Origine: Giappone.
Classificazione F.C.I.: Gruppo 5 - cani di tipo spitz e tipo primitivo.

Il Kai Dog discende dai cani di media taglia esistenti da lungo tempo in Giappone. La sua zone di provenienza è nel distretto di Kai, prefettura di Yamanashi, regione circondata da montagne. Questa razza, a cui è stato attribuito anche il nome di Kai toraken, è stata dichiarata, nell’anno 1934, “monumento nazionale”. In passato la razza è stata utilizzata principalmente per la caccia al cervo e al cinghiale. Si presume che la tendenza pronunciata ad andare in muta abbia contribuito a salvaguardare la purezza della razza. Aspetto generale: cane di taglia media. È un cane molto ben proporzionato, di costituzione robusta e dotato di forte muscolatura. Questa razza possiede le caratteristiche tipiche di un cane che vive nella regione montuosa del Giappone.Carattere: la razza oggi è considerata quasi esclusivamente un cane da compagnia. Almeno in Europa non viene utilizzato per la caccia. In Giappone viene ancora utilizzato per il suo impiego originario. Questo cane rimane sempre un cane molto apprezzabile dal punto di vista caratteriale a causa della sua docilità e intelligenza. È molto fedele e allegro. È un cane che esprime allegria. Molto simpatico sia di aspetto, sia per il suo comportamento. Ottimo cane da compagnia per tutta la famiglia. Non ha grandi problemi di salute. Si presta bene per vivere anche in casa o in appartamento anche se preferisce l’aria aperta.Carattere: la razza oggi è considerata quasi esclusivamente un cane da compagnia. Almeno in Europa non viene utilizzato per la caccia. In Giappone viene ancora utilizzato per il suo impiego originario. Questo cane rimane sempre un cane molto apprezzabile dal punto di vista caratteriale a causa della sua docilità e intelligenza. È molto fedele e allegro. È un cane che esprime allegria. Molto simpatico sia di aspetto, sia per il suo comportamento. Ottimo cane da compagnia per tutta la famiglia. Non ha grandi problemi di salute. Si presta bene per vivere anche in casa o in appartamento anche se preferisce l’aria aperta.

06 luglio 2006

Grande Italia



La mitica Italia batte la Germania 2-0 grazie ad un gol di Grosso e uno di Del Piero.

E grazie a loro l' Italia andra' in finale contro la Francia .

07 maggio 2006

Questi sono i risultati del 07/05/06:



Ascoli Lazio
Fiorentina
Reggina
Inter
Siena
Juventus
Palermo
Lecce
Chievo
Livorno
Sampdoria
Messina
Empoli
Parma
Milan
Roma
Treviso
Udinese
Cagliari

11 marzo 2006

i cretesi e i micenei


La civiltà cretese

La civiltà cretese (detta anche "civiltà minoica") si sviluppò lungo le coste e nelle isole dell'Egeo dal II millennio al 1400 a.C. e prende il nome dall'isola di Creta, dove gli scavi archeologici, in epoca moderna, hanno portato alla luce le testimonianze più rilevanti di questa civiltà. Due grandi città, Knosso e Festo, si dividevano, inizialmente, il territorio dell'isola, che venne poi unificato sotto il dominio di Knosso.

La civiltà cretese si basava prevalentemente sull'agricoltura, grazie al fertile suolo del’isola che produceva olio, grano e vino in abbondanza, e sul commercio marittimo.
Dotata di una potente flotta e governata da sovrani amici fra loro, Creta godeva di prosperità e pace che, grazie anche ad un florido commercio con altre città della Grecia, dell'Egitto e della Siria, le consentirono di arricchirsi in modo considerevole.

Era un'isola fertile, dove si coltivava grano, orzo e una cospicua varietà di spezie, come la menta, il sesamo e il finocchio selvatico, vi crescevano gli ulivi e i fichi, le api davano un ottimo miele (lo « zucchero » del mondo antico, che sin dalla preistoria serviva a dolcificare cibi e bevande), il bestiame forniva pelli, latte e formaggio.

Alcuni di questi prodotti venivano esportati su larga scala; in cambio i Cretesi acquistavano rame, stagno, oro, argento, avorio, le materie prime che venivano lavorate dagli artigiani locali e spesso riesportate sotto forma di prodotti finiti. La loro abilità commerciale era famosa quanto quella degli abitanti di Biblo o di Ugarit; e in entrambi i casi abilità mercantile significava anche pirateria. Tra il commercio e la razzia il mondo antico non faceva molta differenza.

Una civiltà pacifica e ricca di arte

La popolazione viveva in numerosi villaggi e in una decina di città costruite in prevalenza lungo le coste, come Cnosso, Mallia, Gournià.
Le città cretesi erano prive di mura, forse perchè il mare proteggeva gli isolani da pericoli esterni e rari erano i conflitti interni. Nelle città più importanti sorgevano i palazzi che, oltre ad essere la residenza del re, erano anche il centro delle attività economiche, con i loro grandi magazzini per la raccolta del cibo, le botteghe artigianali, gli archivi, gli spazi teatrali dove si svolgevano cerimonie pubbliche.
La presenza di diversi palazzi dimostrerebbe che l'antica società minoica era divisa in piccoli regni indipendenti, ognuno retto da un sovrano, tra i quali il "minosse" di Creta doveva avere un ruolo preminente.

Il palazzo non aveva nulla della fortezza, segno che i suoi proprietari si sentivano sicuri, e non ospitava solo re e regine, principi e principesse, ma anche una folla di artigiani, tintori, carpentieri, mobilieri, orafi; e in più filatrici, tessitrici, magazzinieri, operai. I palazzi erano composti di numerosi saloni, stanze, terrazze, scalinate, giardini. In essi trovavano sede gli uffici dell’amministrazione e della corte, i depositi dei viveri, i magazzini dei prodotti destinati al commercio. Erano, nello stesso tempo, residenze dei re e templi religiosi. Nessun muro chiudeva il palazzo cretese e nessuna fortificazione lo difendeva: l’architettura dell’edificio si adattava in modo quasi naturale all’ambiente e all’andamento del terreno. Le pareti erano splendidamente decorate con affreschi dai colori vivacissimi che mostrano scene gioiose di vita quotidiana, raffigurata con grande spontaneità e nella quale la natura ha un posto di tutto rilievo. Sulle pareti del palazzo di Cnosso sono affrescate processioni religiose o scene di donne che partecipano a feste. Abbiamo anche una rappresentazione di una giostra con il toro, un’audace prova di abilità consistente nell’evitare con un salto acrobatico la carica di un toro, simbolo di fertilità, potenza e ricchezza. Altrettanto preziosa e raffinata fu l’arte della ceramica cretese. Vasi lavorati con estrema abilità, decorati a colori con disegni geometrici o figure di animali o di fori e piante, venivano prodotti ed esportati dappertutto, dall’Egitto alla Grecia, all’Asia Minore e alla Mesopotamia.Ma sicuramente i pittori dovevano avere un posto importante.

Evans, nel suo lavoro di ricostruzione, si è sforzato di far rivivere gli splendidi dipinti che decoravano ogni sala. Si trattava quasi sempre di affreschi: i colori venivano stesi sulla parete ancora fresca di intonaco. (La stessa tecnica che useranno migliaia di anni più tardi Raffaello e Michelangelo).

Raggiunta la perfezione in questa tecnica, i pittori cretesi si specializzarono in un vero e proprio capolavoro di virtuosismo: l'affresco a rilievo.

L'immagine era modellata con più strati di stucco, sull'ultimo dei quali era steso il colore. Questo ci dà un'idea della bellezza dei dipinti, che rappresentavano scene religiose ma anche la vita di corte o dei campi, paesaggi marini, fiori e animali. I colori più usati erano il rosso e l'azzurro (considerato beneaugurante). Come nell'arte egiziana, i corpi degli uomini erano dipinti di rosso, mentre quelli delle donne di bianco e tutte le figure venivano rappresentate di profilo. E' proprio da tutti questi affreschi che sono state ricavate tante informazioni sulla vita di Creta.

giovanissimi pugili - palazzo di Cnosso

Gli spettacoli e gli sport
Accanto al palazzo di Cnosso si trovava un teatro con gradinate che potevano contenere circa 500 persone e con al centro uno spiazzo dove avvenivano le feste e i giochi a carattere religioso.

Uno dei giochi più singolari, affrescato anche in un dipinto del palazzo, era la cosiddetta "giostra dei tori", uno spettacolo acrobatico eseguito in coppia da un giovane e da una giovane. Quando il toro veniva fatto entrare nel teatro e caricava, il giovane doveva essere pronto ad afferrarlo per le corna e, sfruttando il colpo di testa dell'animale, doveva eseguire un salto mortale così da trovarsi in piedi sulla schiena del toro; poi effettuava una capriola all'indietro in modo da ricadere sulla sabbia dell' arena aiutato dalla giovane che stava dietro al toro.
Altri sport praticati dai giovani cretesi erano la corsa, il tiro con l'arco ed il pugilato.

La fine della civiltà minoica

Sulla fine della iviltà cretese c'è stato il mistero per tanto tempo. Due sono comunque le ipotesi prevalenti:

  1. la conquista violenta da parte dei micenei
  2. una devastante eruzione vulcanica.

Descrizione della prima ipotesi

Gli scavi archeologici a Creta furono iniziati nei primi anni del Novecento dall’archeologo inglese Evans. Vennero riportati alla luce i grandi palazzi, a cominciare da quello di Cnosso, e i prodotti di un artigianato prezioso e raffinato: vasi, unità di misura e di peso, oggetti d’argento e d’oro lavorati, armi, sigilli di anelli, tavolette scritte. Grazie a questi scavi, si poté scoprire tra l’altro che i Cretesi utilizzavano un sistema di numerazione decimale e una scrittura con vocali e consonanti già simile a quella greca. Inoltre furono rinvenuti molti oggetti d’origine assiro-babilonese, egizia e fenicia, a dimostrazione degli intensi scambi commerciali intrattenuti dalla popolazione dell’isola con le civiltà vicine. Tuttavia ben poco sappiamo ancora oggi sul motivo per cui tale civiltà, verso il 1450 a.C., improvvisamente crollò. Certamente l’isola fu invasa da più popoli; l’ultima invasione, appunto intorno al 1450 a.C, fu quella degli Achei, provenienti dalla città greca di Micene. Questi avvenimenti segnarono la fine di una grande civiltà. Creta non fu più in grado di riprendersi, ma gran parte della sua tradizione e della sua cultura furono raccolte dalla vicina Grecia.

Seconda ipotesi

Abbiamo detto che la civiltà cretese o minoica si sviluppò dal II millennio al 1400 a.C. circa. Poi quella civiltà scomparve, in poche ore, cancellata dall'eruzione di un vulcano della vicina isola di Santorini.

In antico "Santorini" veniva chiamata "la bellissima". Era anche chiamata "l'isola circolare", mentre oggi appare divisa in tre parti. Fra la maggiore, l'isola vera e propria, e le due più piccole c'è un "buco" riempito dal mare. Infatti qui sorgeva una cima vulcanica, alta forse 1600 metri. All' incirca nel 1400 a.C., dopo una serie di scosse, il vulcano esplose con una violenza inaudita. La cosa più impressionante fu che, quando il vulcano esplose, una grande parte dell'isola sprofondò, lasciando appunto un "buco", occupato dal mare. Enormi quantità di detriti e ceneri furono scagliate ad incredibili distanze.

Il Minotauro

Una leggenda narrava che il fondatore della monarchia era stato Minosse che, per punizione divina, aveva avuto per figlio un mostro dal corpo di uomo e dalla testa di toro, il Minotauro. Per nasconderlo alla vista degli uomini, Minosse aveva fatto costruire un palazzo così complicato che nessuno, una volta entrato, poteva uscirne: il labirinto.

Come spesso accade, alcuni elementi di questa leggenda trovano riscontro in molti aspetti dell'arte e del costume cretese.
Il toro, ad esempio, aveva certamente un'importanza rilevante nella religione dell'isola, dove tra l'altro si organizza
vano annualmente giochi rituali ancora più rischiosi delle odierne corride: branchi di tori venivano radunati in un'arena e uomini e donne volteggiavano e danzavano in mezzo agli animali inferociti. La presenza di questa divinità animalesca - che simboleggiava contemporaneamente la fertilità e la potenza regale - è uno dei tanti tratti che i Cretesi avevano in comune con l'Egitto, un paese che distava dall'isola solo cinque giorni di navigazione e che, sin da epoche molto antiche, fu certamente lo sbocco principale dei loro traffici.


intervista

Ice Sledge Hockey: Intervista a Fabrizio Cozzi

Fabrizio Cozzi
Fabrizio Cozzi
8 Mar 2006
Come, quando e perché ha iniziato a praticare sport a livello agonistico?
Prima dell’ incidente, occorso in montagna il 03 Luglio 1983, ho sempre praticato sport, calcio (portiere), basket, rugby, football Americano e, dopo diversi anni dì inattività, nel 2002 ho accettato la proposta di un carissimo amico paraplegico (Francesco Mondini) d’ iniziare a promuovere l’Ice-Sledge Hockey.

Perché proprio l’Hockey?
Ho scelto questo sport perché, così come il Rugby ed il Football Americano che praticavo prima dell’incidente, e’ uno sport di squadra e di “contatto”.

Parliamo di uno sport ancor poco praticato in Italia ma così completo da racchiudere in sė, la tattica di gioco, l’individualismo e il gioco di squadra… quali percentuale si dà ad ognuna di esse per arrivare alla vittoria? Perché?
Essendo un gioco di squadra la “collaborazione” tra i compagni, tattica compresa, è fondamentale ma, in casi estremi, avere anche un “fuoriclasse” che con qualche individualismo risolva la partita è sicuramente utile.

Le Paralimpiadi sono alle porte e, in Nazionale, si troverà in squadra a giocare fianco a fianco con quelli che sono i suoi rivali nella quotidianità del campionato italiano, e’ stato difficile raggiungere un’intesa?
Assolutamente no, dato l’ottimo rapporto con i compagni di squadra.

Per quanto riguarda la rosa degli atleti convocati, stima qualcuno in particolare?
Si, Ambrogio Magistrelli, Bruno Balossetti, Andrea Chiarotti e Marco Re Calegari. A mio avviso, inoltre, gli ultimi due (Chiarotti e Re Calegari) sono gli atleti più preparati e motivati.

Quali sono le sue aspettative riguardo le imminenti Paralimpiadi? Pensa che i pronostici di vittoria siano scontati o possano esserci, come abbiamo visto per le gare olimpiche, delle sorprese?
Il “sogno” è di arrivare sul podio e, secondo me, potrebbero esserci delle sorprese dato che nello sport “nulla è scontato”

Qual e’ la squadra che più teme? Perché?
Temo tutte le squadre dato che, a differenza della nostra nata da pochi anni, le altre rappresentative hanno sicuramente maggiore esperienza.

Cosa ne pensa della scelta di Melania Corradini come portabandiera?
E’stata una scelta “coraggiosa” dato che è una ragazza giovane. La speranza è che questa “trasparenza /voglia di vivere” possa aiutare altre persone diversamente abili ad avvicinarsi al mondo dello sport e a non chiudersi in sė stessi.

Cosa pensa dell’organizzazione, dei villaggi olimpici/paralimpici e di Torino intesa come accoglienza? Per quello che ho visto e sentito, l’organizzazione è stata ottima.

I giochi Paralimpici possono essere una buona occasione per dare maggiore visibilità allo sport diversamente abile?
Assolutamente SI!!Spero che da queste Paralimpiadi possano nascere una serie di azioni mirate ad ottenere una maggiore visibilità / considerazione dei diversamente abili ed una sensibilizzazione delle persone ancora “poco civili”. Inoltre spero che ciò serva ad invogliare i disabili a praticare qualsiasi tipo di sport.

Consiglierebbe ai giovani di intraprendere l’attività sportiva? Per quale motivo?
Certamente perché lo sport fa bene ed, inoltre, è bellissimo condividere i momenti di gruppo (raduni, confronto con gli altri sul campo di gioco, allenamenti ecc.).

Quanto tempo dedica generalmente all’allenamento? La preparazione per le Paralimpiadi è stata diversa?
Per quanto riguarda l’Ice-Sledge Hockey mi alleno due volte alla settimana mentre nel week-end disputiamo le partite di campionato. Generalmente nel pomeriggio vado in palestra o in piscina. Negli ultimi mesi, in previsione delle Paralimpiadi, i pochi week-end “liberi” sono stati utilizzati per effettuare dei raduni.

Mariangela Badagliacca

foto olimpiche



29 gennaio 2006

I tre sassolini magici dello gnomo



Ecco una storia per i bambini di 7-8 anni da leggere e raccontare.
Un giorno Basilio, forte guerriero romano, parti` per mare in cerca di avventure. Su uno scoglio
vide uno gnomo che piangeva - Un uccello ha rapito mia moglie!- . Basilio punto l'arco e colpi l'uccello che subito precipito'. Il guerriero afferro' la piccola gnoma e la riaccompagno dal marito.
Lui lo ringrazzio e gli dono` tre sassolini : uno bianco , uno giallo e uno rosso.Il sassolino bianco serviva a far nevicare, quello giallo fa splendere il sole e quello rosso fa cadere ii fulmini.Basilio ringrazio e si mise i sassolini in tasca e riparti`. Viaggio finche' incontro un orco gigantesco che gli disse che l'avrebbe divorato; allora Basilio alzo' i tre sassolini . Tra tuoni sole e neve il gigante impaurito scappo' a gambe levate. Da quel giorno Basilio fu l'eroe di tutta Roma.

28 gennaio 2006

Gli Egizi

Gran parte delle informazioni concernenti la dieta degli antichi egizi proviene dalle tombe. Qui sono raffigurate le cosiddette "liste delle offerte", in cui vengono elencati tutti gli oggetti di cui il defunto aveva bisogno nel mondo ultraterreno.

Altre informazioni provengono dalle rappresentazioni delle offerte. Molti recipienti trovati nelle tombe contenevano alimenti ormai scomparsi, ma che sono stati identificati grazie alle iscrizioni e alle ricerche scientifiche. Gli eredi o i discendenti del proprietario della tomba dovevano far sì che a quest'ultimo non mancassero gli alimenti e le bevande necessari alla vita ultraterrena. Altrimenti, l'arte e la scrittura avrebbero compensato magicamente questa assenza. Ecco perché nelle tombe sono rappresentate offerte di molti alimenti, i più comuni dei quali erano di solito carne, pane, ortaggi e frutta. Gli egizi erano bravi cuochi. Il Papiro Ebers ricorda che essi utilizzavano il burro, il grasso d'oca e la crema di latte. Si usavano due tipi di grassi: l'uno animale (adkh) e l'altro vegetale (merhet). Gli oli vegetali si ottenevano dal sesamo, dal ricino, dai semi di lino e dal ravanello. L'olio d'oliva fu importato dai paesi mediterranei. Il latte era destinato sia ai bambini sia agli adulti. Il sale marino era considerato impuro, poiché proveniva dal regno di Seth, dio del male, ma si otteneva dall'oasi di Siwa e da altri depositi. Gli egizi cucinavano con carbone dolce e legna. Le cucine consistevano in piccoli fornelli mobili di terracotta, di forma cilindrica, aperti in alto e con una porticina nella parte inferiore. I poveri utilizzavano marmitte, poste su tre pietre; erano di terracotta, così come le casseruole. Gli egizi facevano due pasti al giorno, all'alba e verso sera. Mangiavano inginocchiati davanti a un tavolo basso e rotondo, in piatti comuni, con le mani. I banchetti dei nobili erano invece assai sontuosi e preparati con cura. Si sa poco di come cucinavano la carne, ma Erodoto racconta come preparavano gli uccelli da cortile: «Alcuni uccelli, come quaglie, anatre e polli, venivano conditi e mangiati crudi; altri uccelli e i pesci, se non erano considerati sacri, si consumavano cotti o soltanto scottati». Gli egizi preparavano paste addolcite con miele e aromatizzate con sesamo, anice o frutta. I pasticceri non utilizzano un forno ma una lamiera con sostegni posta sul fuoco.